Come si ottiene l’Aceto Balsamico di Modena IGP
L’Aceto Balsamico di Modena IGP si ottiene, come prevede il
Disciplinare di Produzione IGP, aggiungendo all’aceto forte di vino il mosto d’uva concentrato o cotto derivante unicamente dai seguenti vitigni:
Lambrusco, Sangiovese, Trebbiano, Albana, Ancellotta, Fortana, Montuni
L'Aceto di Modena IGP resta in barile per un minimo di 6 mesi.
Inoltre, il Disciplinare vieta assolutamente di indicare numericamente numerica il periodo di maturazione di un "Balsamico", permette di usare il termine
“Invecchiato” solo se il prodotto ha raggiunto o superato i
36 mesi di permanenza in botte.
Origini dell’Aceto Balsamico di Modena
L’Aceto Balsamico prodotto a Modena è frutto di una tradizione millenaria.
Le sue
caratteristiche organolettiche nascono dalle particolari condizioni pedoclimatiche
del territorio in cui viene prodotto, alle quali si sono aggiunte le competenze di persone esperte. Il risultato è un prodotto esclusivo e distintivo delle
provincie di Modena e Reggio Emilia, quello che un tempo era vale l’antico Ducato Estense.
La nascita di questi prodotti risale addirittura all’antica Roma, ma il termine
Balsamico è apparso per la prima volta nei registri degli inventari ducali della
Reggia Estense di Modena nel 1747 e probabilmente il nome stesso nasceva dall’uso terapeutico che allora se ne faceva.
Consigli del Salumiere Fiorucci
L’Aceto Balsamico di Modena IGP, grazie alla densità media e al gusto fruttato ed armonico, si abbina particolarmente bene a
formaggi, insalate, verdure grigliate, ma anche a piatti da fine pasto come
macedonia di frutta e gelati cremosi.
Un’idea originale per un secondo gustoso: un filo di Aceto Balsamico di Modena IGP sulle
scaloppine di maiale.